The Black Shelter
Sustainable Factory

PLAY VIDEO

Si chiama Black Shelter, ed è la nostra nuova sede.
Uno spazio attento all’ambiente e realizzato pensando a chi ci lavora.
Ma prima di tutto è il neomadeinitaly fatto architettura.

Black Shelter

Una struttura attenta alla sostenibilità e alla filosofia Blackfin.


Blackfin è sempre stata in un posto unico, incastonata tra boschi secolari e le gloriose Dolomiti, la montagna nella sua forma più pura. La nuova sede è stata quindi pensata per inserirsi perfettamente in un panorama così e allo stesso tempo rispettare la nostra filosofia. Le geometrie esterne sono quelle di un monolite integrato con l’ambiente circostante che cambia durante il giorno tra ombre e riflessi, le linee slanciate evocano invece le vette alpine, ma soprattutto ogni spazio interno è stato studiato per mettere a proprio agio chi ci lavora. Ecco Black Shelter, il neomadeinitaly fatto architettura.

Green building

Un edificio che guarda alla natura e al futuro del pianeta.


Black Shelter è il risultato di idee molto innovative, ma anche molto attente all’ambiente. I rivestimenti delle facciate sono in alluminio privi di componenti plastiche e completamente riciclabili. L’energia elettrica è generata da pannelli fotovoltaici e da fonti idroelettriche. Una centrale a biomassa concorre alla produzione di energia responsabile, recuperando il calore della combustione di materiali naturali di scarto. Gli spazi interni sono invece allestiti con legno e pietra, elementi tipici della nostra zona e simboli della natura più autentica.

Bellezza naturale

Uno spazio talmente connesso con il panorama circostante che ne riprende le forme.


Non volevamo solo un edificio meraviglioso, ma una struttura armonizzata con la bellezza che la circonda. La verticalità delle facciate richiama infatti la maestosità delle montagne, mentre la copertura disposta su vari livelli di inclinazione ricorda lo skyline delle Dolomiti. Anche l’utilizzo del vetro non è fine a se stesso ma diventa lo specchio su cui il paesaggio riflette i suoi colori in base alle stagioni. Gli stessi inerti usati durante i lavori sono arrivati direttamente dal torrente che scorre a venti metri dall’azienda e che adesso fa ancora più parte di noi.

A misura d’uomo

Un ambiente di lavoro così piacevole che è stato certificato “CasaClima Work&Life”.


Quando abbiamo iniziato a progettare la nuova sede, abbiamo pensato innanzitutto a chi l’avrebbe vissuta: quindi spazi confortevoli pieni di luce, ampie vetrate su cui far riposare gli occhi, una stanza del silenzio dove ritrovare se stessi, un giardino verticale. Il risultato è che Black Shelter è il primo edificio certificato “CasaClima Work&Life” della regione per gli ambienti che assicurano alti livelli di comfort ai dipendenti. Un bel riconoscimento, anche al nostro modo di intendere il posto di lavoro.

Tutto in uno

Tutta la produzione avviene all’interno e tutto è stato pensato con una logica precisa.


Niente è stato lasciato al caso nella progettazione e nello sviluppo del nuovo edificio. Ogni aspetto è stato studiato attentamente in ogni dettaglio per ottimizzare il processo lavorativo e avere il controllo dell’intera filiera. All’ultimo piano ci sono gli uffici, al piano terra c’è il comparto spedizioni e nel mezzo i reparti produttivi. In questo modo riusciamo ad affrontare velocemente qualsiasi imprevisto, assicurare un servizio sempre impeccabile e continuare a investire in ricerca e innovazione, quindi in una parola in qualità.

Il progetto

Black Shelter il progetto firmato
Anidride Design.


“La nostra volontà era far sì che l’architettura del Black Shelter fosse un’esperienza di luci, colori e ritmo per chi la vive ogni giorno. La forma finale di un monolite trova nella copertura il suo quinto prospetto anche in virtù di dove è collocata la struttura: lo skyline del tetto ricalca infatti il profilo delle Dolomiti con linee tese che dialogano con la verticalità del paesaggio. Il disegno ha seguito i criteri progettuali di Casa Clima Work&Life adottando soluzioni tecniche in linea con uno sviluppo consapevole e ottenendo la certificazione per aver rispettato i pilastri della sostenibilità: ecologia, economia e aspetti socio-culturali che corrispondono ai concetti di natura, trasparenza e vita” Nicola De Pellegrini e Giovanni Bez.